giovedì 27 dicembre 2018

La salvezza del natura sta nell'ecoturismo

Ormai lo dicono tutti, dal WWF al World Tourism Organization. Negli USA lo studiano a livello di Ph.D. nelle Università. Ne hanno parlato insieme, di recente, i 500 delegati provenienti da oltre 30 Paesi che hanno partecipato all'Ecotourism and Sustainability Tourism Conference (ESTC15) tenutasi a Quito, Equador, (c’ero anch’io, lasciata la barca all'ancora custodita da Sam) per l'organizzazione del The International Ecotourism Society (TIES), e con la partecipazione del Global Sustainable Tourism Council (GSTC). Due autorevoli organizzazioni da tempo impegnate nella promozione, codificazione e qualificazione di strutture e destinazioni ad alta attenzione nei confronti della protezione ambientale e della ecosostenibilità delle relative attività turistiche. 

Parliamo qui proprio della salvezza della Natura del Pianeta attraverso il turismo ecosostenibile e della conservazione. Nei nostri tempi di crisi e di casse pubbliche vuote (a livello mondiale va detto, con la Cina unica eccezione o quasi) le soluzioni vanno cercate altrove. 

Per la protezione e riqualificazione ambientale è già in larga misura così, con gli operatori turistici più illuminati ed ispirati che si fanno carico diretto o in collaborazione con le istituzioni pubbliche territoriali di interventi ambientali sia nelle loro aziende, a volte estese nei paesi in via di sviluppo come l’Ecuador centinaia o migliaia di ettari, che nel territorio circostante. Aziende che realizzano servizi e infrastrutture per la fruizione turistica, dai sentieri soprattutto, alla comunicazione, che organizzano tutto ciò che necessita ai turisti "specializzati", dal birdwatching al mountain bike, dal trekking alle spedizioni alpinistiche vere e proprie, dai safari fotografici all'horseback riding e così via.

Fino al turismo di avventura, a volte criticabile in verità, per il rischio di trasformare la Natura in un parco di divertimenti. Ci riferiamo a canopy, zip lines, rafting, downhill biking, o alla pesca "catch and release", solo per citarne qualcuno. Ma se questo è il prezzo da pagare per avere un fiume o un litorale pulito, una foresta protetta, una specie in pericolo di estinzione monitorata e aiutata a riprodursi o un'area recuperata, oppure la pesca controllata e regolamentata, che tutto ciò ben venga, o no?

Qui in Equador, il Paese intero punta al turismo ecologico più qualificato, vantando oltre alle ben note e incredibili Galapagos una eccezionale varietà biotopica tra la fascia costiera su per la Sierra fino ai 100 vulcani alcuni di 6000m, e poi giù alle foreste Amazzoniche, ricchezza naturalistica testimoniata dalla più alta diversità ornitologica mondiale in rapporto alla limitata superficie (250.000km2): ben 1600 specie di uccelli delle circa 10.000 esistenti. Il più frequentato Costarica la metà, circa 800. Un buon indicatore dello stato di salute e della qualità ambientale.

E con un entusiasmo ed uno slancio da noi purtroppo scomparso da tempo hanno già messo in campo risorse e iniziative di supporto a questo tipo di turismo, tra cui in un sistema di qualità (facoltativo) delle strutture turistiche che comprende varietà, caratteristiche e livello "ecofriendly" dei servizi offerti: un sistema da far invidia a qualsiasi Paese cosiddetto sviluppato!

Con l’occasione ho girato un po’ il Paese e fatto delle verifiche sul campo, visitando 4 ecolodge molto diversi tra loro: un bel B&B alle porte di Quito, nei pressi di un bel cañón parco sub urbano e base di vacanze naturalistiche nei parchi e riserve del Paese, un lodge più rustico a 500km verso la costa pacifica, al centro di una proprietà da 700ha di foresta nebulosa con oltre 10km di sentieri privati, un terzo alloggio più moderno, quasi lussuoso, con solo 7 stanze in 3 cottages nel bosco più fitto ancora più giù verso il mare, e infine una stupenda fattoria riconvertita, più che centenaria a 3800m di quota, ai piedi del cono innevato, perfetto, del vulcano Cotopaxi che sfiora i 6000m. Tutti caratterizzati da una grande attenzione per l'ambiente e per il turista, per le tradizioni locali sia nei materiali usati e nello stile degli ambienti, che per i servizi ed i cibi offerti.


Qui un turista naturalista ma non solo trova veramente il massimo di quello che può desiderare. Senza parlare naturalmente delle stupende testimonianze della colonizzazione spagnola fin dal secondo '500, in primo luogo le chiese ed i conventi di Quito...

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