venerdì 28 dicembre 2012

due giorni di meritato riposo

Cronache post traversata. Cosa fa il popolo dell’ Arc dopo 17 o più giorni di dura vita in oceano per riconciliarsi con la terra ferma? IL 21 dicembre quasi tutti i 200 equipaggi sono approdati nella tranquilla Rodney Bay Marina. La marina di St Lucia è in pieno fermento per l’ evento Arc e mostra il meglio di sé per servizi ed organizzazione, davvero eccellenti. Una dopo l’ altra, completate le operazioni di riparazioni varie, check alle attrezzature e le infinite pulizie di rito, le barche prendono il largo. Molti si dirigono a sud, tra uno scroscio di pioggia improvviso e l’ altro, verso le Grenadine, dopo una sosta notturna nella bella e mondana Marigot Bay, sula rotta verso Vieux Fort. Ma ben più affascinante e solitario è lo scenario dei Pitons, due coni vulcanici alti circa 800 metri che si ergono a picco sulla baia di Gialousie che ospita un parco marino con acque cristalline piene di pesci tropicali. Ed è qui che Bulbo Matto si ferma per due giornate di totale riposo dopo le fatiche della traversata atlantica e dopo un cambio di equipaggio a Martinica. La costa sud di St Lucia mostra tutta la sua bellezza con le foreste ed i palmeti che arrivano sulle spiagge dopo aver superato il porto della capitale Castries, trafficato dalle navi da crociera. Oltre il villaggio colorato di Canaries e la cittadina di Soufriere, le alture coperte da fitta foresta tropicale svettano maestose: sono i Pitons che visti da vicino ricordano certi panorami peruviani o colombiani. Frutto di antiche eruzioni, i due coni vulcanici possono essere meta di trekking per buoni camminatori. Nella baia si trovano una decina di boe, il fondale di coralli è di circa 20 metri e sale bruscamente verso la spiaggia. Ci riposiamo al sole, finalmente due giorni senza pioggia, i pescatori vengono a vendere tonni appena pescati,altre barche portano frutta tropicale, il venticello fresco muove le palme...Ecco il meglio dei Caraibi!

giovedì 27 dicembre 2012

Un quinto posto che ci fa onore

L'Atlantico ha ridimensionato le nostre ambizioni. Ci ha insegnato le buone maniere e forse anche un pò come si vive: con prudenza, pazienza, sobrietà e costanza. Abbiamo tenuto duro, resistito al mal tempo e al maldimare, gestito al meglio materiali, provviste e forze, e siamo arrivati in poco più di 17 giorni, quinti a 13 minuti dal quarto nella categoria cruising D (19 barche) senza nessun vero regatante e con quattro neofiti di oceano (e quasi anche di vela..) a bordo. Non potevamo fare di più senza rischiare e senza energie supplementari che non avevamo dove trovare.. Abbiamo quindi mancato il podio di un soffio: alla cerimonia di chiusura hanno infatti premiato fino al quarto classificato, ma anche il miglior blog, le migliori foto, la pesca più importante (un marlin da 62kg!) l'arrivo più emozionante (20 secondi di scarto tra due barche, noi abbiamo fatto un arrivo da match race da 31 secondi..) lo skipper più giovane (22 anni) quello più anziano (81 anni), e poi i bimbi (42), l'unico equipaggio tutto femminile, l'evento di soccorso in mare più rilevante (un intervento chirurgico con trasbordo notturno del dottore in tender tra due barche..).. Perfino i 3 equipaggi classificatesi come il numero d'iscrizione.. Insomma non è stata una regata, ma una festa, dove si vince tutti, e giustamente, in quanto si è superato un grande oceano, molte paure e molti rischi, nonostante tutto. Tanto che molti si sono ritirati, molti hanno avuto problemi anche seri, qualcuno è arrivato fuori tempo massimo e oltre due terzi sono arrivati dopo di noi, con tutto che la nostra barca era più di due metri più piccola della media (15,4 metri). Ma l'organizzazione sa bene che la felicità all'arrivo è la stessa per tutti, ed è attenta a non fare troppe differenze di classifica e a dare soddisfazione a tutti, anche agli ultimi arrivati. E noi siamo assolutamente felici e soddisfatti, anche di questa fantastica organizzazione che consente a centinaia di barche e di persone di portare a termine questa impresa in sicurezza, in perfetto spirito marinaresco. Inviato da iPad

lunedì 24 dicembre 2012

la felicità dell' arrivo

Dopo lunghi 17 giorni di traversata si è conclusa la nostra avventura atlantica la mattina del 14 dicembre doppiando Pigeon Island di St. Lucia alle 9 di un mattino di sole sotto gennaker. Difficile immaginare una felicità maggiore. Quella che capitano ed equipaggio hanno dipinta sul volto

lunedì 17 dicembre 2012

due giorni dopo l'arrivo il bilancio

Due giorni dopo, è l'ora dei bilanci. L'adrenalina scende, l'energia torna. Due giorni fa il nostro quarto d'ora di celebrità all'ingresso nel marina, adesso, sentiti i resoconti e riabbracciati gli amici, ci congratuliamo ancor di più con noi stessi per la nostra prestazione e per la nostra avventura. Già, perché il risultato non lo sapremo fino alla premiazione del 21, ma avventura certamente è stata, dura, rischiosa e quasi temeraria, malgrado tutta la preparazione del mondo. Preparazione quasi perfetta, se non si é rotto quasi nulla quando altri hanno rotto di tutto, letteralmente: motori, timoni, vele, alberi, vie d'acqua, di tutto e di più. Cambusa perfetta, se non abbiamo buttato via quasi nulla e mangiato frutta fino all'ultimo giorno. Gruppo quasi perfetto, a parte ben comprensibili stanchezze, con ruoli ben regolati, chi metteva esperienza, chi è stato più istancabile degli altri, chi smussava e chi incitava, chi era più bravo nelle comunicazioni, chi in cucina, chi alle manovre, chi al timone. Giorni indimenticabili, sole, planate, stellate, uccelli, delfini, pesci, pioggia, notti, luna. Una esperienza di vita molto più che una veleggiata e di una navigazione. Fino ad un arrivo da match race.. Fantastico. E poi gli amici da casa. So, ho sentito la loro partecipazione alla nostra navigazione, la loro amicizia e l'affetto con cui ci hanno seguito. Li ho sentito vicini ogni giorno e il loro sostegno è stato importante in quanto veramente gradito. Cercherò di trovare il tempo e il modo di ringraziarli uno per uno, ma devo qui ringraziarli tutti pubblicamente per il calore della loro attenzione. Grazie e ancora grazie a tutti.

sabato 15 dicembre 2012

l' Oceano è tutto un altro sport

Siamo arrivati venerdi 14 'in una mattina sfolgorante stanchi ma molto felici. Momenti di vera vera vela solo alla partenza e oggi all’arrivo, a immediato contatto con altre barche, abbiamo vissuto emozioni da regata, da vela agonistica, quando poi ci siamo dispersi nell’Oceano, è stato piuttosto il confronto con Lui, con l’Oceano appunto, che ha condotto la scena. Tutto un altro sport. Alla partenza l’adrenalina dei minuti, delle prime miglia, con la pioggia le raffiche e le prime onde, all’arrivo, in un clima e con un vento mite, finalmente il gennaker e uno spunto di regata vera con un’altra barca, nel tentativo di tagliare la linea davanti, passando rasente a scogli sconosciuti, con il Nuovo Mondo che si presentava a noi nella luce di uno splendido mattino, con palme, ville, prati e boschi verdissimi. Un arrivo in gloria. Ma poi il vero premio: non solo la soddisfazione dell’impresa, non solo il sollievo di avere comunque scampato possibili guai, non solo la consapevolezza di aver fatto una bella impresa sportiva, condotta e gestita al meglio delle nostre possibilità, ma l’emozione più grande e indimenticabile è stata la gioia dell’ingresso in porto, tra gli applausi generosi di quanti già arrivati, l’inaspettata accoglienza dei compagni di avventura e dell’organizzazione, gli abbracci, le foto, la musica, una bibita fresca, un cesto di frutta. Protagonisti assoluti per qualche minuto, assolutamente al centro della scena, portati in gloria da chi, avendoci anticipato magari solo di poche ore, ben sapeva la fatica vissuta, la perizia dimostrata, le grandezza dell’Impresa, appena ridimensionata e solo controllata dalla perfetta preparazione dell’organizzazione. Una emozione tanto forte quanto composita, e identica quale che sia stato il piazzamento, dato che le miglia e l’Oceano sono state comunque uguali per tutti. Ecco: l’Oceano come la livella di di ben nota memoria, un ambiente immenso cui tutti devono sottostare, con le sue regole ineludibili, non importa con quali mezzi si affronta e quanti soldi si abbiano a disposizione. Tutto un altro sport.

mercoledì 12 dicembre 2012

pensieri in atlantico

Ogni tanto ripenso che è tutto vero, che questa storia è cominciata con i sogni di un ragazzino 40 anni fà, ha preso corpo e slancio in tutti questi anni, e concretezza solo l'anno scorso, e che oggi siamo qui, in mezzo a questo oceano infinito, ormai a contare le miglia che ci restano al completamento del sogno.. Ogni tanto ripenso a tutti i lavori fatti, ai libri letti e studiati, ai piani.. Ogni tanto poi si guarda veramente fuori, alle onde al cielo ai tramonti.. Ogni tanto si incontra un uccellino che sorvola con un'eleganza inimitabile la superficie alla ricerca di non si vede cosa, oppure si vede di notte schizzare fuori al nostro arrivo un pesce volante o un calamaretto che ogni tanto atterra poverino sulla barca e si dimena finchè non lo rimandiamo al suo mondo, ogni tanto invece è un temporale che cerchiamo di scansare, o uno che ci investe in pieno, o un arcobaleno che ci riempie di felicità, ogni tanto c'è un silenzio totale, salvo il fragore continuo delle onde sullo scafo che avanza veloce. Ogni tanto osservo quella giovane donna che è mia figlia che, radiosa nell'entusiasmo dei suoi 26 anni, controlla la barca e la lancia in planata con sicurezza e maestria, leggendo la velocità: 10, 10 e mezzo 12 e mezzo, record!! Ogni tanto cacciamo la paura, acuita dal buio, che possa accadere qualcosa, all'attrazzatura, a noi stessi, alla barca.. Siamo preparati a (quasi) tutto, ma basta soffermarsi un pò e la paura è inevitabile, si potrà respirare veramene solo dopo l'arrivo, dentro un porto sicuro.. Ogni tanto, specie quando si è di guardia, di notte, col compagno che sonnecchia lì vicino, si ripensa a tutto quanto, al passato al futuro, alle nostre vicende personali, fortune e sfortune, a chi non c'è più, a chi non è ancora con noi ma ci segue con apprensione e ci raggiungerà presto, all'amore che abbiamo seminato e forse raccoglieremo, a quello ricevuto e che ci scalda i cuori e le notti. Ogni tanto si pensa.. Questo è l'Atlantico: una traversata per pensare, finalmente, essendo magari travolti dalle onde, piuttosto che dalle mille inezie che ci riempiono la vita e le giornate..

domenica 9 dicembre 2012

felicità è una frittella calda

Ma anche una pasta "capoliato e verdure".. Cioè col ragù di carne, pomodoro carote e peperoni. Ma nella frullatrice che siamo, tutto è un problema, figuriamoci gestire un contenitore di liquido e una padella per le frittelle calde, oppure sfumare un sugo, soffriggere una base, indovinare la cottura di un riso nella pentola a pressione.. Su quest'ultima impresa poi si sono affrontate scuole di pensiero, esperienze consolidate, e previsioni azzardate, senza ancora trovare la formula esatta, con grande scorno dei più esigenti. Ma i pancake al miele! Sublimi! Se poi è la filglia tosta del comandante che li fa, vogliamo mettere? Quella che gestisce anche l'elettronica e le comunicazioni di bordo.. Orgoglio di padre a tutta birra.. Guai però a lasciare un cucchiaino sporco dopo l'uso: tutto va lavato e asciugato e riposto subito, per non lasciare nulla in mezzo ai piedi. Anche di notte, anche se ci sono 4 metri d'onda. La gestione delle risorse comunque va molto bene. Acqua razionata ma sufficiente anche per scaimpi e doccette, stesso energia e carburante. Abbiamo ancora cibo fresco e le riserve in scatola sono quasi intatte. Lo spirito a bordo è alto, anche se si preferisce non pensare troppo alle tante miglia che ancora mancano, 1200..

tramonto straordinario e unico

Siamo ormai all'undicesima notte di questa lunga traversta oceanica. Anche la traversata è straordinaria, in quanto prima, per noi, e unica. Però è stato il tramonto di oggi che ricorderemo come straordinario: nuvole variegate sopra di noi, azzurre bianche nere rosse, uno scroscio di pioggia fitta all'orizzonte, altri in giro, i raggi arancio sotto, raso onde, un vento ancora gentile, un'aria tiepida e morbida sulla pelle. Non ci sono foto possibili, nè racconti nè ricordi. Solo il pensiero, l'evanescente sensazione di questa undicesima serata nell'aliseo, illuminati dai raggi arcobaleno Lontano da noi si annuncia una tempesta.. Massimo, il nostro "routier" (meteorologo che da casa suggerisce le strategie di rotta), e, considerata l'effettiva aleatorietà dei modelli meteo, un pò di fortuna, ci hanno condotto stanotte a vedere solo da lontano i fulmini della tempesta che si sviluppava più a nord di noi. Lui pensa che solo 20-30 miglia a nord ci siano stati almeno 6 ore di pioggia, noi solo pochi scrosci e poche raffiche. Ma oggi è un'altra storia: sole caldo, temperatura perfetta, solo brezze e mare con queste montagne, adesso appena pronunciate, che viaggiano dolci col vento di ieri. Finalmente relax, docce, sciampi, bucati, sonnellini. Luigi si dedica alla cucina, per la gioia di tutti, che ormai hanno imparato che è molto meglio farlo fare senza interferire. Io scrivo, Maurizio ha tirato su, con uno sforzo collettivo un pò da armata Brancaleone, un capone, che qui si chiama lampuga, da 1 Kg., finalmente. Ale dorme. Massimo lavora a qualcosa, inscancabile. Si mette via definitivamente la coperta e gli stivali. I Caraibi si avvicinano! sotto queste nuvole tropicali.. E dopo, la notte più stellata che si può immaginare. Ormai senza luna, con un fronte freddo (si fa per dire) che ha ripulito l'aria da ogni umidità, il mare ancora calmo, la pace assoluta.. Ma ancora per poco, perchè torna il vento, e con questo le onde e l'effetto frullatore, questa volta se possibile ancora più brusco, continuo, inarrestabile, , un'onda ogni 7 secondi, 11.000 ogni santo giorno, 180.000 in questa nostra traversata, ormai quasi ai due terzi..

lunedì 3 dicembre 2012

oggi si danza sulle onde che pacchia!

Oggi le condizioni sono speciali. Capita solo ogni tanto, quale che sia il mare che si attraversa. L'equilibrio perfetto della barca, delle vele, le onde abbastanza regolari, il vento giusto, il sole negli occhi.. Sembra una danza su una pista lucidata a cera, i movimenti fluidi, morbidi, su onde per una volta gentili, sotto un sole chiaro d'inverno, con pesci volanti che scappano e rondini candide che ci volteggiano intorno.. Pochi colpetti di timone per scivolare col vento, verso la nostra destinazione. Una magia! Tanto magica che di solito, e anche questa volta, finisce presto: una raffica più forte, un'onda più alta e la barca perde l'equilibrio, sbanda, straorza, fa il bagno all'equipaggio in pozzetto e tutto finisce nella schiuma. Tutti i velisti lo sanno, pochi possono farlo, danzare così, se l'oceano vuole, all'infinito. E tutto questo mentre un'altro mondo, sotto coperta, vive un'altra vita: altri movimenti, altra atmosfera, chi legge, chi dorme, chi a fatica si lava o cucina. Due mondi totalmente diversi a un metro di distanza uno dall'altro. Se si sta dentro non si capisce appieno cosa succede fuori, solo dentro ci si può staccare da quello che succede fuori. Ancora una volta parlo di cose di vita più che di vela. Magari di vita a vela, ma certo non di vela. Il fatto è che di vela non ho molto da dire. Il vento è stato finora sempre quello: l'Aliseo di NE, dai 30-35 ai 20-25 degli ultimi 3 giorni. Le onde dai 3-4 ai 2-3 metri di adesso. Andiamo con 3 mani di terzaroli che sono molto facili e prudenti e ci proteggono il genova da colpi e sbattute troppo violente. Con un buon freno al boma le strambate sono facili e sicure. Se rinforza il vento rollare il fiocco e poi riaprirlo un gioco da ragazzi. La velocità sempre tra i 6-7 e gli 8-9 anche 10 nodi in tutta sicurezza. A parte gli strattoni continui, cui ormai ci stiamo abituando, una pacchia!..

domenica 2 dicembre 2012

aliseo e onda di quattro metri

Aliseo uguale onde 4 metri. E questo sarebbe, cioè, è, in vento favorevole tanto decantato.. O erano tutti dei gran duri i navigatori di ieri e di oggi, o siamo troppo mediterranei noi. Non c'è nulla da fare.. Le onde sono maestose, il sole, ora che siamo scesi alla latitudine 21 caldo e limpido, lo scenario grandioso certamente, ma così non vale!! Una fatica enorme anche solo pensare di muoversi, una felicità riuscire a trovere la forza per una barba o addirittura una doccia, una tortura vestirsi con cerate e stivali per la notte.. e meno male che il maldimare non c'è più, che almeno la nausea è scomparsa, direi quasi miracolosamente, per come pesante era stata i giorni due e tre.. Facciamo sempre dai 7 ai 10 nodi, ma rolliamo in continuo, ogni tanto una straorza e qualcuno si fa il bagno in pozzetto e qualcunaltrorischia un volo sotto coperta.. Ma l'equipaggio è allegro e di buona volontà, tutti fanno i turni di buona lena, tengono il timone, fanno manovre e pulizie. Tutti in gamba, anche mia figlia Alessandra: una tosta, nei sui 26 anni di pura voglia di conquistare il mondo.. Scusatemi, ma la parte umana, personale della traversata è così tanto più importante di quella tecnica che non riesco a scrivere dei pericoli scampati, delle rotture registrate e di quelle evitate.. Lo stress dei materiali e della barca non ha eguali, è intenso, continuo. Ad ogni momento con un colpo di vento pu saltere un bozzello, una cima, si può incattivate un cordino che poi va a bloccare qualcos'altro, viene il dubbio che possa cedere qualcosa o una vela, niente di vitale o inevitabile, per fortuna la navigazione consente molte manovre e riparazioni di emergenza e quasi nulla è irreparabile i irrinunciabile, ma tant'è.. meglio sani, meglio sempre prevenire, meglio ridurre vela in tempo, meglio stare attenti, sempre e su tutto. E appena c'è qualche cosa che potrebbe causare problemi, eliminare questa possibilità. Ecco la regola primaria. Evitare guai a te a alla barca.

venerdì 30 novembre 2012

Dopo tre giorni la forza di scrivere

Solo al terzo giorno di navigazione atlantica, e a mezzanotte mi sono sentito di prendere il pc e scrivere qualche riga. Me l'avevano detto: i primi due giorni starai male, l' Atlantico è un'altra cosa, non è il tuo Mediterraneo. Ma come sempre uno ci deve andare a sbattere di persona.. e quindi solo adesso, dopo due giorni da cani, con 30-40 nodi (seppure in poppa) e mare confuso che ci colpiva da tutte le parti, dopo le prime avarie non gravi (il pilota a vento divelto,il lazybag inutilizzabile, e le batterie da ricaricare a motore malgrado i pannelli solari) adesso, nella luce chiara della luna, ci sentiamo veramente soli sulla terra. Ignari del vociare della politica, della crisi finanziaria, eccoci andare a 7 nodi con 3 mani di terzaroli e tutto genova, senza freddo, ma molto coperti, senza altro rumore che quello del mare e della barca, tutti a dormire eccetto me e il fido Massimo, in silenzio pure lui, con questa luce siderale.. Il mare adesso è molto più tranquillo, e il vento anche, ma il moto è costante, la fatica di fare qualsiasi cosa è enorme, sempre sballottati, ogni movimento ridotto al minimo, calcolato in anticipo per ridurlo allo stretto necessario.. Hai voluto l'Atlantico?eccoti servito!vivitelo fino in fondo, con la ricompensa finale dell'arrivo, delle isole, dei bagni caldi, della vita di mare spensierata.. Buona notte mondo da Bulbo Matto. Ci mancano ancora circa 2300 miglia !!

giovedì 29 novembre 2012

se pescate lo chef Ciccio vi consiglia....

Consigli dello chef, ancora meglio se siciliano ed amante del mare, ai naviganti oceanici impegnati nella traversata atlantica partita da Las Palmas due giorni fa. Perché cosa fare di meglio nelle lunghe ore di tranquilla navigazione, quando magari a regolare la rotta ci pensa il timone automatico, se non gettare le lenze in mare e aspettare che il pesci abbocchi? Ma siamo sicuri che a bordo c’è chi pulisce e sfiletta per bene sgombri, ricciole, tonni? Che sa come pulire le lische del pesce più piccolo per farne ottimi brodi, e con i tocchetti che odorano ancora di mare preparare per cena deliziosi e veloci piatti freddi di crudi marinati? L’ idea è’ nata da un incontro fortunato nella sede della villa del Circolo Lauria di Palermo dove un vulcanico giovane personal chef, Francesco Scarpulla, h appena concluso le sue lezioni di cucina. Tema, guarda un po’, come lavorare con il pesce, ricetta consigliata il Ceviche, antica maniera di marinare le carni ed il pesce che proviene dal Peru’. E per chi sta in cambusa, lo chef raccomanda che: il pesce una volta pulito e fatto dissanguare, tagliato a filetti va trattato e marinato in due modi. A secco con sale ed un pizzico di zucchero, oppure per i pesci più grassi marinato nel limone. Si possono bollire i filetti con odori vari e conservarli sott'olio per almeno dieci giorni. Le lische del pesce bianco sono ottime per il brodo,oltre alle teste del pesce rosso. La ricetta Ingredienti: filetti di spigola, orata o dentice 500 g mezza cipolla rossa radici di zenzero fresco 2 peperoncino qb gambi di sedano lime o limoni 4 sale e olio qb per condire: avogado, mango, capperi, mandorle tostate
preparazione privare i filetti di pesce della pelle, tagliare la cipolla ed il peperoncino in brunoise, pelare lo zenzero, grattarlo e ricavarne il succo, unirlo al lime spremuto. Tagliare il pesce in cubetti e lasciarlo marinare nel succo di lime e zenzero per almeno mezz' ora. Aggiungere la frutta e un filo d' olio extra vergine.

martedì 27 novembre 2012

Partiti!! Buon vento a Bulbo Matto

Partiti! Alle 11 ora locale, tutti gli equipaggi in classe cruising dalla baia di Gran Canaria! Che spettacolo... Il meteo sul sito Arc di oggi è incoraggiante, 15-20 nodi da nord est che da moderati diventeranno forti nei prossimi giorni, con qualche pesante scroscio d' acqua nella giornata andando verso sud. La tensione delle ore prima della partenza è stata alta a causa del rinvio di 48 ore. E’ successo in passato una sola volta che l' Arc ricordi: un meteo molto poco rassicurante ha suggerito all’organizzazione di postporre la partenza di due giorni, a questa mattina, per tutti tranne che per la nostra classe, quella racing.. Una decisione molto sofferta, specie conoscendo gli inglesi, la loro dura concezione della vita e dello sport, gli interessi in gioco e le varie conseguenze del caso. La cosa non ci ha lasciato per nulla contenti. Uscire da un porto sicuro per affrontare venti contrari oltre i 30 nodi, onde di 6 metri, e pioggia battente quando tutti gli altri stanno a rilassarsi un pò dopo la fatica e lo stress della preparazione non è una prospettiva molto allettante, neanche per un gruppo volenteroso come il nostro. E poi non abbiamo avuto neanche il tempo di mettere il naso fuori dal porto, di dare un’occhiata all'isola. .. Alla fin fine, a parte i duri che sono già partiti in regata malgrado tutto (25 in tutto), solo 5-6 barche cruising su più di 200 barche. Adesso si parte davvero! Duemilaottocento miglia rotta sud ovest ci aspettano, arrivo a St Lucia stimato entro il 18 -
20 dicembre. Seguite Bulbo Matto sul tracking dell' ARC!

sabato 24 novembre 2012

stivaggio che fatica!

Ho, no! Ancora acqua no!!! Sarà una sindrome della sete.. La paura dell’ignoto, dell’abbandono, della solitudine da oceano. Non si fa altro che comprare acqua e cibo..Dopo una spesa studiata, pensata, discussa e ridiscussa, dopo i primi 600 euro di acqua, bevande e vettovaglie di ogni tipo purchè non facilmente deperibili, dopo aver trovato posto a 270 litri del prezioso liquido in bottiglia (come se non ne avessimo altri 400 nei serbatoi più un magnifico dissalatore..) 10 Kg di pasta, 4 di riso, 4 di couscous, 12 di latte, un paio di centinaio di latte e scatole varie, dopo aver visto la barca quasi affondare sotto questo peso, ecco la sindrome della sete sembra colpire ancora, senza pietà per i miei propositi di regata, di planate tra le onde, di velocità, ecco spuntare altri 300 euro di roba varia (tra cui altri 100 litri d’acqua) e ancora dobbiamo prendere frutta e verdura! ma dove li metteremo?? Ma quale velocità, quali planate.. saremo piantati come zattere con tutto questo peso fuori controllo.. E’ stata una congiura: di fronte alla sindrome del deserto nulla si può.. Meno male almeno che le liste di cose da fare si vanno accorciando, meno male che il Gran Giorno si avvicina, che presto molleremo gli ormeggi e penseremo ad altro, a goderci il mare invece delle pur divertenti feste, a sistemare le vele invece delle lattine, a studiare il meteo invece dei gavoni per trovare altro posto alle cose da portare.. La voglia di partire cresce, l’ansia da impreparazione svanisce. Basta! Partiamo!

martedì 20 novembre 2012

ARC- Bulbo matto alla flag parade portabandiera Italia

ieri c’è stata la sfilata delle nazioni presenti a Las Palmas per la traversata, una vera festa con trenta paesi presenti e noi eravamo i portabandiera per l’Italia (15 barche sulle 218 iscritte). La banda in testa, tutti allegri, molti i bambini, per lo più biondi, nordici, assolutamente inconsapevoli delle emozioni e delle ansie delle persone comuni.. E noi ne abbiamo di ansie! Personalmente mi sento sul ciglio di un trampolino da 30 metri.. A parte il fatto che ci sono ancora tante cose da fare, apparecchiature da mettere a punto, lista monumentale della spesa, spazi a bordo da organizzare e sempre insufficienti.. Ci si sente sempre in ritardo con qualcosa e impreparati con qualcos’altro.. Oggi una mega cambusa dioltre cinque carrelli di cibo... l' adrenalina cresce e comincia il count down per mollarci in oceano!

martedì 18 settembre 2012

compagno di avventura


E poi c'è Vincenzo. Ci vuole assolutamente un blog tutto per lui e sicuramente non basterà. L'elenco delle sue fissazioni e paranoie è pressoché infinito, e si può ben immaginare cosa vuol dire portarsele tutte in una barca, tutto sommato piccola rispetto l'universo mondo che vorrebbe almeno in piccola parte attraversare: principi di igiene assoluti, paragonabili alle camere sterili in cui sono costretti a vivere certe sfortunate persone, criteri di alimentazione del tutto personali, tempi di preparazione delle sue e altrui cose proporzionali alla meticolosità della sua indole. Il tutto nella totale incuranza delle esigenze della vita di bordo e dei suoi passeggeri. Praticamente un incubo per qualsiasi skipper. Bisogna dire che con le settimane, e lui è l'unico che se l'è fatte tutte e quattro da Palermo fino a qui, con ammirevole determinazione, Vincenzo ha imparato molte cose, alleviando le conseguenze delle sue fobie sul resto dell'equipaggio. Per esempio che se lui ha bisogno di due ore per preparare una pietanza (si è autonominato cuoco dall'inizio, ma non è mai riuscito a gestire la cambusa in modo ragionevole e accorto- La sua pietanza preferita: la quinoa. Qualcuno non sa cos'è? Beato lui..) ha quasi imparato a cominciare per tempo onde evitare svenimenti e arrembaggi al frigo. Poi con un uso indiscriminato della carta ha aggravato considerevolmente l'impatto ambientale complessivo della compagnia, ma almeno non ha più lasciato a secco l'equipaggio dopo poche ore, lavando e rilavando cibi, posate e utensili. É perfino riuscito, verso la fine della navigazione, a limitare i tempi delle sue preparazioni personali (lenti a contatto, lavaggi vari, montaggio di: giubbotto di salvataggio con luce di emergenza ad attivazione automatica, cintura di sicurezza con moschettone a sganciamento rapido, satellitare più localizzatore di emergenza personale, cerata, sottocerata, stivali, ecc) e a montare il suo turno di notte dopo solo poche decine di minuti dall'avviso.Ma non è mai riuscito del tutto ad evitare insofferenze (ma anche tante risate e buon umore) generalizzate per via del modo tutto suo, di solito imprevedibile, di fare e gestire qualsiasi cosa, sconfiggendo e smentendo qualsiasi luogo comune o prassi consolidata. Insomma una vera attrazione, una sorpresa continua, un'occasione assoluta per ridiscutere qualsiasi procedura, per non dare mai nulla per scontato, per questionare, conversare dibattere argomenti su argomenti e fare così passare le miglia come se niente fosse.. Una vera star!Vincenzo, senza di te la navigazione non sarebbe CERTAMENTE stata la stessa! Qualcuno è perfino arrivato a dire: grazie di esistere!

venerdì 14 settembre 2012

arrivo a Gran Canaria

13 settembre Arrivo a Gran Canaria Si riparte! Abbiamo speso dei bei giorni di relax e turismo tra Madeira e la vicina Porto Santo, adesso è ora di riprendere il mare, anzi l'oceano. Queste  isole lontane ma a portata di poche ore di aereo, portoghesi dalla loro scoperta ai primi del '400, sono a ben ragione meta turistica da tempo, per il clima temperato la flora rigogliosa quasi tropicale, le magnifiche passeggiate tra le alte montagne boscate a dirute. 
è caratterizzata da coste a strapiombo di grande effetto scenico, Porto Santo dalla lunghissima spiaggia di sabbia dorata finissima della costa sud, con emormi dune, entrambe da formazioni vulcaniche basaltiche rosse nere e variegate. Ma adesso siamo già verso il termine della navigazione di avvicinamento alle Canarie, punto di partenza della Grande Traversata, l'Atlantic Rally for Cruisers, in compagnia di altre 220 e più barche col quale arriveremo ai Caraibi con partenza da Las Palmas il 25 novembre prossimo. Abbiamo già fatto un totale di oltre 1850 miglia, le prime 500 in regata fino a Montecarlo, poi 730 fino a Malaga, e 630 fino a Porto Santo, ci restano queste 250 fino a Las Palmas, dove la barca sosterà per un pò, aspettando l'equipaggio della Traversata di novembre. Queste miglia ci hanno consentito di provare la barca e le varie attrezzature. Impianto elettrico, batterie, strumenti, dissalatore, pilota a vento, vele, e anche io stesso, che mai ero stato in oceano, e mai a navigare senza soste così a lungo. Il bilancio è del tutto positivo, qualche modifica o adeguamento sarà necessario, ma non per il sottoscritto, che come al solito a mare, a vela si sente perfettamente a suo agio. Per questa ultima tratta abbiamo deciso di fare una sosta domani a metà strada alle isole Selvagem, parco marino di isolette deserte anch'esse portoghesi, avendo ottenuto un permesso di sosta per 24 ore. Siamo partiti alle 11, un bel vento al traverso, sui 20 nodi da E sotto costa che si sono stabilizzati a 8-10 una volta al largo, consentendo una navigazione assolutamente rilassata e piacevole sui 7 nodi di media. Domattina saremo già in esplorazione su queste isolette sperdute.. Intanto una notte senza luna, con un plancton da favola ad ogni spinta della nostra carena e miliardi di stelle scintillanti sopra di noi..

esploratori alle isole selvagem

Il faro preannuncia la terra. Più tardi, all'alba, accostiamo con grande cautela a quest'isola sperduta tra Madeira e le Canarie poco più grande di uno scoglio, parco marino portoghese. Neanche di questo mare abbiamo cartografia GPS di dettaglio e quindi procediamo all'antica, facendo il punto nave ogni 10 minuti, riportandoli sulla carta e tracciando la rotta esatta tra le tante secche e scogli che coronano l'isola. Un pò di sana tensione e arriviamo con grande soddisfazione: una unica baia ridossata dalle onde che perennemente frangono tutto intorno, una casetta per i guardaparco, rocce vulcaniche e pochissimi arbusti, giustificano perfettamente il nome di Selvagem. Via radio abbiamo contattato le guardie, anzi l'unica guardia dell'isola, che ci aspettava e ci da il benvenuto. Ancoriamo al centro della baia e scendiamo a nuoto, la macchina fotografica ne
lla sacca impermeabile. Sotto di noi scorgiamo barracuda, cernie e tanti altri pesci di sovente altrove rari. Carlos Santos è un uomo gentile e simpatico, ci offre da bere, ci mostra i tabelloni con le specie caratteristiche: un uccello marino di cui si contano 30.000 esemplari che poi migrano in Brasile e tornano dopo 7 anni dalla nascita per nidificare nello stesso nido dove sono nati, una lucertola notturna e varie altre specie endemiche animali e vegetali. Unico altro umano un ricercatore spagnolo che sta preparando la sua tesi di dottorato. Ci incamminiamo su bei sentieri, incontriamo subito i tanti piccoli nei nidi, uno quasi per ogni buco nel terreno, panorami sulle scogliere, gli arbusti da clima arido e natura allo stato primordiale, ovviamente senza altra anima viva. Ci sentiamo nuovamente piccoli esploratori in terre remote, ed in effetti lo siamo, unica barca in vista nella zona. Una bella sosta nella natura col sapore della scoperta e dell'avventura. Nel pomeriggio ripartiamo, sazi di viste e scoperte da naturalisti, verso la fine del nostro viaggio di avvicinamento: Las Palmas di Gran Canaria, altre 125 miglia, purtroppo a motore, dato il poco vento da poppa.

lunedì 10 settembre 2012

Un'immersione indimenticabile a Porto Santo

Il Diving Porto Santo Sub è molto ben organizzato, con nuovi locali ed ampie docce all' interno della marina accanto agli uffici del parco. Si esce al mattino attorno alle 9.30, briefing a terra ed attrezzatura da visionare e caricare verso le 9. Un gommone è all' ormeggio a pochi metri in banchina, l' attrezzatura si carica tutta su di un comodo van.
peso addosso, ci si avvia e si parte verso la baia per esplorare il relitto piu famoso del Portogallo. Il diving lavora tutto l' anno, grazie ad un clima invidiabile, la temperatura dell' acqua varia dai 22 ai 16 gradi dei mesi invernali. A Porto Santo le immersioni sono parecchie, tra rocce, pareti e sabbia, una decina attorno all' isola alta,altre sei nella baia ed altre due sul versante opposto del parco, lungo i costoni dell' isola bassa. La nave cargo Madeirense, lunga 70 metri, giace a 35 metri sulla sabbia. Due cime sono ls guida per i sub che possono sostare spostarsi in tutta sicurezza sena entrare tra le lamiere tra i 23 ed i 28 metri. La visibilità è sempre perfetta, si scende lungo la cima in due gruppi. Chi segue Joana assiste alle coccole tutte dedicate alla sua cernia, così lei la chiama, una fross abestia mansueta di oltre trenta chili stanziale sul relitto. Sembra davvero aspettarla e quasi gradire la presenza umana! Ma presto, tra gli spazi di lamiera ricoperti da vegetazione fanno capolino altre cernie maculate, almeno treo o quattro, insieme a grossi branchi di carangidi e barracuda. Dopo circa 20 minuti di puro divertimento è tempo di risalire, per sostare tra le bolle dei compagni per i classici 5 minuti di sicurezza. Ma la magia delle grandi cernie brune amiche dell' uomo rimane dentro per giorni. Di pomeriggio ancora un tuffo sulle scogliere colorate di Porto Santo per ammirare pesci pappagallo, pietra, grossi granchi ormai rari in mediterraneo, e perfino mante. Su richiesta Josè organizza passeggiate e giri dell' isola di un' intera giornata per piccoli gruppi, gli hotel consigliati sono il Torre Praia o l' hotel Luamar, di tipo familiare.

venerdì 7 settembre 2012

Arrivo a porto santo e a Madeira.

<<Verso le 3 del mattino avvistiamo il faro, solita emozione dei naviganti. Alle 7 siamo sotto l'isoletta di sud-est, bassa e picco, di lava nera e rossa. A motore entriamo nel porticciolo silenzioso e ci ormeggiamo tra poche altre barche di navigatori più o meno avventurosi. >> Quattro giorni facili, grande velocità, 630 miglia in meno di 4 giorni, lo Stretto di Gibilterra attraversato sotto spi al tramonto, non si poteva desiderare meglio. 
Una sola notte con 30-35 nodi ci ha regalato delle belle planate e delle immagini video stupende, all'alba controsole.

mercoledì 5 settembre 2012

Prime conoscenza oceaniche

La navigazione procede veloce e senza alcun problema, con vento da N 13-18 nodi al traverso largo. Ne abbiamo approfittato per provare il pilota a vento, aggeggio ormai quasi sconosciuto ai più. Avendo nella mia vita perduto due timoni in navigazione, incluso quello di Bulbo Matto, per gravi difetti di costruzione (peraltro pericolosamente e criminosamente diffusi) il timone che abbiamo sotto è stato riprogettato e costruito interamente in carbonio. Non voglio comunque correre più rischi simili e ho attrezzato la barca con uno di questi aggeggi, dotato di pala autonoma che può anche supplire da pala principale il caso di emergenza, e che ha rispetto il pilota elettronico il vantaggio di non consumare energia. La giornata trascorre così tranquilla e senza cambiare assetto, nè rotta, 250º verso Madeira. Due tonnetti integrano la dieta odierna.

martedì 4 settembre 2012

Un Atlantico gentile

Il mattino continua il vento sostenuto da E-NE e la nostra serena navigazione. Solo verso pranzo tutto si va attenuando e ci consente di mettere spi con brezza oramai da 12-15 nodi, sempre a favore. Un sogno di veleggiata.. Ognuno alle sue occupazioni, secondo i turni, chi legge, chi dorme, chi chiacchera, la barca sotto spi a 6-7 nodi, col pilota automatico. Che pacchia! Lo teniamo su fino a notte fonda, poi il vento rinforza e gira a N, per cui lo ammainiamo e proseguiamo con il genova. Con la calza di cui è dotato la manovra è alla portata anche di due sole persone, a condizione che si agisca prontamente in caso di rinforzo, e di tre persone con vento già forte come è stato il caso sotto Tarifa. La luce limpida della luna agevola il tutto.

lunedì 3 settembre 2012

Bulbo matto oltre Gibilterra

Partiamo da Malaga di buon mattino col nuovo gruppo, ed il pieno di cambusa acqua e gasolio. Abbiamo 60 miglia davanti per Gibilterra e poi altre 560 per Porto Santo, isoletta minore di Madeira e a NE di questa, che ci dicono molto piacevole da vedere e visitare. Il piano è quello di approfittare dell'alta marea a Gibilterra, prevista per le 17:40, per passare lo Stretto passando sotto la Rocca due ore dopo, evitando così la massima corrente contraria, tipicamente da O. Anche la previsione meteo è favorevole, con vento moderato da E. Se sarà così andiamo dritti in oceano senza fare soste. La navigazione ci dà vento da gennaker 12 nodi, perfino una corrente favorevole da 2 nodi. Arriviamo in perfetto orario sotto la Rocca, deludentemente piccola,  in mezzo al prevedibile traffico di navi e traghetti di tutti i tipi, sotto spi a 7 nodi con una birra in mano! Meglio di così!

Poco dopo, verso la costa spagnola di Tarifa, nota per regalare in media 300 giorni l'anno con 30 nodi di vento ai surfisti di tutto il mondo, il vento però comincia a rinforzare. Caliamo spi, una mano, due, ci troviamo a filare con 30-35 nodi nella notte e 13-13 nodi e mezzo di planate tra onde che crescono e diventano decisamente oceaniche, anche se mai pericolose.

Gibilterra passaggio fortunato

3 settembre  Partiamo da Malaga di buon mattino col nuovo gruppo, ed il pieno di cambusa acqua e gasolio. Abbiamo 60 miglia davanti per Gibilterra e poi altre 560 per Porto Santo, isoletta minore di Madeira e a NE di questa, che ci dicono molto piacevole da vedere e visitare. Il piano è quello di approfittare dell'alta marea a Gibilterra, prevista per le 17:40, per passare lo Stretto evitando le ore di massima corrente contraria. E poi anche la previsione meteo è favorevole, con vento moderato da E. Se sarà così andiamo dritti in oceano senza fare soste. La navigazione é assolutamente piacevole, come sempre del resto da quando siamo partiti da Palermo. Vento da gennaker 12 nodi, perfino una corrente favorevole da 2 nodi. Arriviamo in perfetto orario sotto la Rocca, deludentemente piccola, forse la metà del Monte Pellegrino di casa nostra,  in mezzo al prevedibile traffico di navi e traghetti di tutti i tipi. I testi raccomandano di lasciare Gibilterra 2 ore dopo l'alta marea, cioè verso le 19:30, e noi siamo proprio li, col sole del tramonto negli occhi, in mezzo a quel via vai incredibile, sotto spi a 7 nodi con una birra in mano! Meglio di così! In quel mentre abbocca perfino un tonnetto da 3 kg, perfetto marinato per l'aperitivo e domani per pranzo! Poco dopo, verso la costa spagnola di Tarifa, nota per regalare in media 300 giorni l'anno con 30 nodi di vento ai surfisti di tutto il mondo, il vento però comincia a rinforzare. Caliamo spi, una mano, due, ci troviamo a filare a 8-10 nodi con le ultima luci del giorno verso l'oceano con la luna che sorge tra un tanker e una porta container da 4000 pezzi. Un passaggio fortunato, un battesimo dell'atlantico di tutto rispetto, con 30-35 nodi nella notte e 13-13 nodi e mezzo di planate tra onde che crescono e diventano decisamente oceaniche, anche se mai pericolose. Nel riflesso della luna, con un cielo scintillante, uno spettacolo grandioso.

domenica 2 settembre 2012

Venti da est per passare Gibilterra

L'equipaggio della seconda tratta di Bulbo Matto verso i Caraibi è arrivata in perfetto orario. Oggi è domenica, ancora riposo, preparativi e turismo. Scopriamo altri pezzi di questa città bella, tranquilla e ben organizzata. Il castello, il bel centro vivibilissimo di locali e stradine interessanti. Il meteo per domani è assolutamente favorevole: venti da est, quindi a favore, moderati, temperatura ottimale, sole. L'attesa é grande. Domani cambusa e via verso le Colonne, il traffico, l'oceano. Siamo pronti e determinati, sicuri dei nostri mezzi, anche se l'incognita persiste: che vele metteremo? Niente randa? Gennaker e fiocco tangonato, oppure spi pesante e fiocco sottovento? Il entrambi i casi le vele "colorate" sono attrezzate con calza per ammainate rapide in caso di groppi, e naturalmente il fiocco é rollabile. Ma solo le onde la vera incognita: potrebbero fare diventare qualsiasi manovra problematica. Vedremo domani..

sabato 1 settembre 2012

Preparazione psicologica

Malaga è una città portuale che mi sembra allegra e ordinata. C'è un bel lungo porto nuovo di palme, ristoranti, negozi, musica piacevole e bella architettura. Abbiamo preferito cercare ormeggio in città, anche se il porto è più adatto alle navi da crociera che alle barche a vela, piuttosto che in un anonimo e luccicante marina nei dintorni, pieni di turisti, disco e Fast food. Mari calmi e non molto motore, ma comunque stancante. Solo l'ultimo giorno, sotto Cabo de Gata, all'ingresso del mare di Alboran, che prende il nome dall'isoletta, praticamente uno scoglio, piazzato proprio nel suo mezzo, si è andato addensando un temporale notturno, lampi fulmini e vento in aumento fino a 30-35 nodi. Per fortuna a favore, cosicché, ridotta progressivamente la vela, ci siamo trovati all'alba a cavalcare qualche bella onda e a planare sulle più alte. Prima a 10-12 nodi, poi una fantastica da 14, baffoni di schiuma a prua e ai fianchi della barca. Ma adesso la pausa ci rigenera, dormiamo tranquilli, grandi pulizie generali, qualche controllo tecnico, ristorante e turismo. E preparazione psicologica alla mia prima traversata oceanica: 600 miglia da Gibilterra a Madeira, più altre 60 da qui allo stretto. Se le condizioni saranno favorevoli, correnti e venti non troppo violenti e contrari. Ma il famoso posto di guardia del Mediterraneo non mi attira molto, ci sono già stato e secondo me è un altro mito costruito daglil inglesi, maestri di conquiste e di marketing.

venerdì 31 agosto 2012

Navigando verso Malaga

La planata è per un velista il massimo, una scarica di adrenalina, sublime, indimenticabile. Oggi il vento è cominciato a salire col primo sole, 20, 25, poi 30 nodi con raffiche fin oltre i 35, per fortuna di poppa. Diamo una prima mano di terzaroli, poi la seconda, tenendo il Genoa pieno per farci meglio tirare da prua. La velocità sempre sui 10 nodi, poi arriva la poesia, l'adrenalina, le planate. 12, 13 nodi infine un'onda più alta delle altre ci solleva durante una raffica, ci lancia in avanti, ci catapulta la prua giù nel cavo tra due baffi, la coperta in discesa, due grandi onde bianche ai lati. Grande accelerazione e grande eccitazione: 13.9 nodi! Nuovo record di Bulbo Matto! Pochi secondi fantastici! Io al timone felice di aver gestito al meglio la spinta riuscendo a tenere la barca dritta, su un binario, docile ed esattamente come volevo sul bersaglio della discesa più liscia e veloce della giornata.

martedì 28 agosto 2012

Luna e gennaker,velista felice


Con un gennaker rosso scivolare a 8-9 nodi alla luce della luna è quanto di più inebriante un velista possa immaginare. Potrei stare al timone per ore, ed in effetti in passato ne ho fatte anche più di otto, senza sentire fatica.. 
Gestirlo con attenzione, la barca orza troppo quando arriva l'onda, non contrasto abbastanza e lo perdo in un attimo, dopo l'onda lascio troppo che la barca puggi va sotto la randa e lo perdo lo stesso.  Un gioco di equilibrio e precisione. Il premio, la continuità della spinta e la massima velocità.
Si dice che il velista felice si riconosca dal sale sui denti.. Io questa sera di luna con il gennaker sono tutto incrostato, di sale.

lunedì 27 agosto 2012

Avvistate due balene

Nella bonaccia del tramonto un urlo eccitato: soffia! Soffia! A prua 2-300 metri davanti a noi l'inequivocabile avvistamento, il più maestoso: un soffio potente segnala una balena. Vorrei avvicinarmi piano, ma c'è chi, forse condizionato da mediocri film di cassetta, teme colpi di coda tipo Moby Dick.. Appena il tempo di fare un breve filmato, scoprire che in realtà gli animali sono due, di cui il più grande che procede davanti ci mostra il dorso nero e lunghissimo, e l'apparizione svanisce. Che bella! Poi le domande: ma erano proprio due? Forse il secondo era un piccolo? E poi che mangiano qui da noi, che non c'è il "krill" e neanche il pesce abbonda? Avranno bisogno di tonnellate al giorno di cibo, che mangeranno da queste parti? Che meraviglia, le balene! 

sabato 25 agosto 2012

Un po di turismo, Lérins


Monastero di Lérins, Costa Azzurra. 1700 anni di storia, uomini cocciuti, idealisti, a volte troppo altre troppo poco intelligenti, forse ingenui o deboli, per lo più in buona fede qualche volta no, che nel terzo come nel 21º secolo  scelgono di vivere una vita di privazioni mondane per essere visti come riferimenti morali, stimati come superiori e migliori agli altri.
Un ruolo ben noto da sempre da tutti i popoli e in tutte le religioni. È l'umano e universale bisogno del divino che crea i religiosi, o è vera "vocazione"? O é il Dio vero ad esprimersi? Ognuno ha la sua risposta. 
Qui a Lérins il monastero fortificato del 1100 é stupendamente proteso, presuntuoso e inarrivabile, nel Mediterraneo allora infestato dai pirati, oggi dai diportisti. Un monumento stupendo alla cocciutaggine e all'Ideale, un baluardo contro altre genti e altre religioni, ugualmente convinte della loro fede, unica e perfetta

venerdì 24 agosto 2012

Montecarlo, che festa


Arriviamo a vela, ma non tagliamo la linea d'arrivo, com'è giusto che sia, dato che non siamo più in competizione. Non siamo troppo tristi, dato anche che metà della flotta si é ritirata come noi. Riceviamo molti complimenti sinceri per la tenacia e la perizia comunque dimostrata e ne siamo molto orgogliosi.
Raccontiamo e ascoltiamo i racconti degli altri, confrontiamo rotte, strategie barche e attrezzature, applaudiamo i vincitori e ci godiamo la cena e la musica offerti dal club che ci ospita. Siamo tutti molto felici della nostra prova e della bella esperienza, dei nuovi amici, dei delfini e delle tartarughe avvistate. Ci godiamo l'ultima serata insieme, risate e salti a suon di ottima musica, prima dell'arrivederci di domattina, baci e abbracci tra marinai veri quali ormai siamo.

mercoledì 22 agosto 2012

Poco vento...continuiamo a motore


Ritirarsi da una competizione è sempre molto triste, molto peggio che essere battuti, un misto di scoramento, rabbia e disdetta: fossimo riusciti ad andare verso la costa, avessimo avuto un meteo più attendibile, avessimo avuto un minimo più fortuna, un mezzo appena più veloce, tutto inutile:il fatto è che non ce la faremo mai ad arrivare nel tempo massimo, non resta che gettare la spugna, fare gasolio e mettere motore per arrivare in tempo per la premiazione di domani pomeriggio. Resta la consapevolezza di aver fatto di tutto, di averci provato fino alla fine, oltre ogni speranza ed ogni evidenza: senza vento non ce la si può fare.. Resta anche la memoria di una bella navigazione,  una bella esperienza in buona compagnia, un magnifico passaggio di bolina alle Bocche di Bonifacio, tramonti, tartarughe, delfini albe e tramonti. Resta ancora una motorata di 130 miglia, ma la faremo in musica e allegria.

martedì 21 agosto 2012

Passando dalle Bocche


Il passaggio dalle Bocche di Bonifacio è sempre speciale, come lo è quello dello Stretto di Messina con le sue correnti tumultuose: si possono avere tutti gli strumenti più moderni, incontrare tutte le barche più varie, dai megayachts alle tavole, può essere l'estate più pacifica, ma la bolina tra tutte queste isole, a sfiorare scogli e secche, le virate al limite, il sole del tramonto negli occhi regalano emozioni e viste molto particolari. Anche senza considerare la storia delle miriadi di vascelli e di genti che l'hanno attraversato prima di noi, spesso nella tempesta, a volte perdendoci la vita. Un piccolo Capo Horn di casa nostra. 

lunedì 20 agosto 2012

...e poi le tartarughe


Stamattina ancora bonaccia. Appena sveglio dai turni notturni, una tartaruga a due passi dalla barca iscena una esibizione di nuoto artistico, bracciate sul dorso, occhiate che immaginiamo di simpatia,  e poi un'immersione infinita che ce la fa sparire per sempre. Invano ci tuffiamo pinne e maschera per cercarla, torniamo a bordo quasi subito sopraffatti dal blu immenso sotto di noi e dalla paura della distanza dalla barca che pare allontanarsi e invece è piantata nella bonaccia che ancora ci assedia.
Come Rosalia, la tartaruga che avevamo salvato in Grecia, sollevandola quasi inanimata dal mare delle Sporadi con qualcosa nello stomaco che le impediva di nuotare e di nutrirsi. Che animali simpatici! Quelle giganti di Rodrigues ci venivano incontro visibilmente cercando coccole e carezze. Ancora emozioni e vita nella sua più ampia accezione.
Un altro di tanti tramonti che mi aspettano, tra qui e i Caraibi. Senso di pace, di allegria di comunione e di amicizia, cibo e vinello fresco, una bella compagnia di ragazzi freschi e puliti e di meno ragazzi ma altrettanto positivi e carini, fortuna? Certo, ma anche conseguenza di empatia e selezione naturale.

domenica 19 agosto 2012

Incontriamo i delfini


Stanotte nella bonaccia ancora più piatta di quella del mar dei Sargassi dei libri di Salgari una stellata limpida scintillante. All'improvviso uno sciabordio, un tuffo al cuore, un soffio, un altro: sono due delfini che ci vengono a salutare. Ricordo la stessa emozione una notte di parecchi anni fa, alla nostra prima partenza a vela, 5 ragazzi poco più che ventenni su un guscio di neanche 7metri verso la Grecia, salutati già nel golfo di Palermo dallo stesso soffio, misterioso, nel silenzio della notte. La prima di una serie infinita di scoperte, esperienze di mare e di vita, di baie tutte nuove, di isole ancora quasi deserte. I nostri amici delfini, l'incontro più commovente del mare, la prima notte di due traversate straordinarie, intrinsecamente legate alle nostre vicende umane

sabato 18 agosto 2012

Si parte con la Palermo-Montecarlo



Si parte! Quante volte siamo partiti.. Eppure questa volta è del tutto diverso. Libri letti dall'adolescenza, di partenze, di avventure, traversate, sogni, tempeste, isole deserte trovate e conquistate. Questa volta però sei tu il protagonista, tu che molli gli ormeggi, che saluti i parenti e gli amici, tua la barca, attrezzata e revisionata in ogni particolare per la tua, di traversata. Non saranno i tempi di Moitessier nè tanto meno di joshua slochum, il primo di tutti, che negli ultimi dell'ottocento fece il giro del mondo da solo su un barchino di 11 metri, ovviamente senza motore, n'è alcuno dei perfetti strumenti di oggi. Però oggi è la tua Grande Traversata che comincia, quella sognata e progettata da quando eri un ragazzino che tirava i primi bordi a Mondello, non solo sull'acqua, ma anche sui marciapiedi, incrociandoti mure a dritta con Giorgio ad ogni angolo di strada, quella traversata che ti porterà se Dio vuole ai Caraibi e poi chissà...
Sono venuti in tanti a salutarci, si parte con la regata Palermo-Montecarlo, 500 miglia che si preannunciano di lotta contro la bonaccia, più che contro le altre barche, alcune immense come il bolide Esimit Europa, sicuro vincitore, altre piccole ma lo stesso più veloci di noi, appesantiti da pannelli solari, timoni a vento, dissalatori e ogni genere di ricambi e attrezzature. Un'emozione forte, un bel vento favorevole che fa volare il nostro gennaker rosso come le nostre magliette di equipaggio.
E di fronte a noi, dopo Montecarlo, altre 4500 miglia, altri amici a bordo, altre traversate, altri racconti.