martedì 21 maggio 2013

tornando a casa

Aeroporto di Trinidad, si torna a casa. È terminata la prima stagione di Bulbo Matto ai Caraibi. La barca in secca, sistemata per la lunga sosta, ci rivedrà nel gennaio 2014 per altre navigazioni, baie nuove o da rivedere, altri amici, passeggiate, immersioni. È stato un anno esaltante, 6000 miglia di vela in mari mai da noi solcati, in un oceano e tra isole tutte da conoscere, clima, culture, fauna, flora mai visti prima. Tanti amici a bordo, tanti altri conosciuti in altre barche o a terra. Navigatori veri, avventurieri, vacanzieri, fuggitivi, pensionati, alternativi, o ricchi possidenti: abbiamo incontrato di tutto tra queste splendide isole. Da ognuno una storia, un'esperienza, un prezioso consiglio, a volta un esempio di vita, altre qualcosa da evitare. Certo è che adesso ci si può sentire a buon ragione alla pari con (quasi) tutti i marinai incontrati o di cui si è letto in una vita di vela, di mare e di sogni. Quest'anno un grande sogno è stato realizzato, dalla preparazione della barca all'esplorazione di isole e baie, dalla traversata atlantica all'ascensione di vulcani caraibici. Le ultime settimane sono state di belle veleggiate abbastanza tranquille da Guadalupa verso sud: Dominica, Martinica, St. Lucia, St. Vincent, le Grenadine fino a Trinidad, ma le ultime 80 miglia da Grenada hanno avuto ancora una volta il sapore dell'avventura: partenza all'alba, mare aperto, vento sostenuto, correnti impetuose e confuse all'imbocco delle Bocas del Dragon al tramonto, all'angolo N-O di Trinidad. Siamo stanchi adesso di tanto mare e tanto veleggiare, ma soddisfatti. Ci sarà tempo per pensare alla prossima stagione e al futuro di Bulbo Matto.

venerdì 3 maggio 2013

Josh Van Dyke e l' aquila di mare

il biglietto da visita di Josh Van Dyke, l' isola delll' olandese volante il mitico pirata dei Caraibi, sono i due atolli candidi di Sandy Spit e Sandy Island, dove ci fermeremo sulla rotta di andata da Guana ed al ritorno. Purtroppo la pace è turbata da grossi catamarani e motoscafoni carichi di vacanzieri che arrivano all' impazzata dalle vicine US Virgin, st John e st Thomas, che la sera si accendono di eccessive luci, neanche fossero alberi di natale! Il bagno a Spit non ci sorprende, la corrente è troppo forte e ne abbiamo visti già di bei fondali, così il pomeriggio andiamo in rada e scendiamo al pontile di great Harbour di JVD,l' isola cara ai Pirati. Scendiamo a terra, l'approccio è di un luogo poco ospitale, minimale, vagamente turistico. Ci sono però fantastiche amache lungo la spiaggia a disposizione. Camminiamo ramenghi, facciamo un pò di spesa e come sempre, ci mettiamo alcune ore per rilassarci davvero, goderci il poco che l' isola offre, che è la sua ricchezza. Ci vuole tempo per entrare nella bellezza selvatica dell' isola. Il mitico bar Foxy, alla punta ovest dell' approdo, è molto caraibico, uno "state of mind", il tetto è ricoeprto di bigliettini e magliette di gente di mare di passaggio. La sera non manchiamo il mitico barbecue di pollo, pesce ed un ben di Dio che gli americani in charter si godono al ritmo deludente della country music. Ci sembra piu autentico il Corsair, dove finiamo la serata con rhum e chiacchere. L' indomani ci aspetta la messa con i canti gospel e la giornata alla white bay, spettacolare con le due anse bianche bordate da palme. Uno scempio lo fanno i motoscafi e le barche che ficcano le ancore direttamente nella sabbia, ed il volume degli stereo, mentre a terra impazza il caraoke. Un mezzo casino per noi velisti integrali, torniamo così nella nostra pace perfetta di bordo. Ancora un giorno per visitare l' ultimo atollo, quello di proprietà di Rockfeller, che per fortuna lo ha donato al BVI Trust che ne ha fatto un parco protetto. L' isolotto si gira a piedi in circa mezz'ora, la vegetazione è stupenda, la costa sale alta e lavica, il mare è di una limpidezza speciale, sul versante aperto di est tentiamo uno snorkeling nella corrente, sotto di noi immense gorgonie viola e verdi si agitano come danzando nel blu. Non ci sembra di vedere molto pesce, cosi io e Cristina torniamo verso terra quando in poco meno di un metro d' acqua restiamo di sasso, respiro e muscoli contratti: ci nuota davanti una grossa aquila di mare maculata con il muso di delfino ed una ( pericolosa di certo) lunghissima coda affilata, sotto le ali aperte nuotano in simbiosi remore e piccoli pesci cane, ci gira intorno e dispiega le ali bianche all' intero, mostrandosi maestosa... che emozione! Inutile chiamare i compagni di snorkeling che si sono allontanati in mezzo alle onde. Quest' incontro inatteso ed indimenticabile rimarrà solo per noi. Questo è il mare vero.