domenica 24 maggio 2015

e poi cè la tempesta, fulmini e groppi da attraversare...o tornare indietro

E poi, in oceano capita che ci può essere mal tempo... La linea dell'orizzonte ieri notte era tutta lampi. Sembrava un bombardamento spaventoso. Ed era di fronte a noi, tra nuvole nere come la pece, inaggirabile, ad una distanza forse di 10 miglia, si poteva solo tornare indietro alle Galapagos. Oppure affrontarlo. Ancora avevamo le stelle sopra di noi, e vento moderato da gran lasco. Non sentivamo ancora neanche un tuono. Ma che sarebbe successo ad entrarci dentro? C'erano 4-5 centri di attività principali, forse con un po' di fortuna ci si poteva passare in mezzo. Ci saremmo arrivati in un paio d'ore o giù di lì. Amici miei che erano stati colpiti da fulmini avevano avuto elettronica bruciata, impianti elettrici fuori uso e via discorrendo. Intanto abbiamo rollato il genoa e rallentato ad osservare l'evoluzione e riflettere sul da farsi. I centri d'attività si spostavano lentamente verso sinistra, troppo lentamente. Dopo un po' ci siamo fatti coraggio, abbiamo ripreso velocità e ci siamo diretti lì nel mezzo, provando a calcolare di infilarci tra due di questi. Man mano che ci avvicinavamo, la cosa sembrava possibile, ne abbiamo evitato uno, quello dopo sembrava abbastanza lontano, alla nostra destra. Ci siamo detti: se riusciamo a passare sotto quella coda nera di nuvole forse c'è la facciamo, si vedono di nuovo le stelle, dietro. Ma più ci avvicinavamo e più questa coda nera si ingrandiva e si fondeva con l'ammasso incandescente di nuvole che lo seguiva. A un certo punto i lampi erano così ravvicinati, ed erano ormai sopra di noi, che era luce quasi di continuo, un'atmosfera agghiacciante e surreale. Intanto da tempo avevamo prudentemente ridotto la randa con due mani di terzaroli e rollato metà del fiocco. Viaggiavamo bene, speravamo di esserne fuori presto, anche se l'obiettivo e le stelle dall'altra parte sembravano allontanarsi invece che avvicinarsi.. A un certo punto le nuvole sopra di noi, quelle oltre le quali forse c'era la fine di questo gioco di fuoco, erano così nere e grosse, che ci sembrava di stare passando sotto la campata di un ponte, sotto un tetto di cemento. Istintivamente abbassavamo la testa per non sbatterla. Invece la sorpresa dell'oceano era proprio lì sotto: un groppo improvviso ci piomba addosso, la barca parte a gran velocità, grido a Sam che era al timone di tenere la rotta e di poggiare un po', mi precipito sul rollafiocco e smanetto sul winch, lo tiro dentro a fatica. Poi gli passo la drizza della randa e corro all'albero a tirarla giù, per fortuna scende libera, un cursore dopo l'altro, una gran fatica ma senza intoppi, in un fracasso violento di sbattere di tela. Quando siamo senza vele ci ritroviamo in pozzetto ansimanti ma sollevati, mentre il groppo continua, sicuramente sono più di 50 nodi, spruzzi vaporizzati sopra e intorno, ma ormai non c'è più nessun pericolo. C'è chi ha disalberato per aver ritardato troppo manovre come queste, in simili situazioni. O distrutto vele e attrezzatura. Ci guardiamo negli occhi, la luce certo non manca, batti 5 Sam! Con te potremmo andare ovunque! PS: il resto della notte passa tranquilla, rimettiamo vela a poco a poco. Però il pilota non funziona più, ci tocca stare al timone tutto il tempo. Anche il giorno dopo e questa ultima notte passano tranquille, anche se il sonno comincia a farsi sentire. Sam a un certo punto si è addormentato qualche secondo pure in piedi! Una vera battaglia. Sono le 10 della mattina dopo, diamo motore senza più vento, la costa è a 70 miglia ormai e c'è un magnifico sole, praticamente siamo arrivati...

giovedì 21 maggio 2015

Navigare di notte, tra bonacce e fulmini:meno male che c'è Sam

Come si fa a raccontare l'Oceano? Già, perché ogni medaglia ha il suo rovescio... L'Oceano in questa traversata di 1000 miglia dalle Galapagos al Mexico è soprattutto poca aria e tanta variabilità, e quindi tanto lavoro su Bulbo Matto, che deve cavarsela per lo più con le sue generose vele, non avendo abbastanza carburante per farne più di tante a motore. E tanto caldo di giorno, e di pomeriggio e di notte spesso rovesci di pioggia come cascate, tuoni e fulmini parecchio inquietanti, groppi di vento da 30 nodi che magari durano mezz'ora e poi magari calma piatta per ore: una bella scuola di vela nei dintorni dell'equatore! E allora scruta le nuvole, studia il meteo, vedi se riesci ad evitare un nuvolone nero come la pece, fai camminare la barca anche se ci sono neanche 6 nodi di vento, metti il gennaker, leva il gennaker e vai di genoa, metti terzaroli, leva terzaroli, metti la cerata, chiudi tutti gli oblò, poi apri tutti gli oblò e metti tutto ad asciugare. E poi cucina, pulisci, fatti la barba, aggiusta qualcosa, verifica qualcos'altro, manda una mail col satellitare. Insomma il lavoro non ci manca proprio! Almeno non ci sono onde ed il mare è liscio come il Mediterraneo d'estate! E poi bisogna dormire! Già, perché siamo solo in due, io e Sam, e ci tocca dormire due ore sì e due no, tutte le notti e anche di giorno, appena ti si chiudono gli occhi... Meno male che Sam è un grande, uno che ha fatto un giro del mondo in regata, uno che quando esci mezzo stravolto alle 3 di notte per il tuo turno di guardia, quando gli chiedi come va, con la barca forse un po' troppo invelata ed ingavonata che fila a 7 nodi nella notte più buia che puoi immaginare, con la pioggia che minaccia ad i fulmini che scoppiano accecanti poco lontano, con tono felice è capace di dirti: "How does it go? Lovely!"... Solo un inglese purosangue può uscirsene con una tale espressione in un momento così e a quest'ora! Comunque sia, oggi, all'inizio del quinto giorno, siamo circa a metà strada, avendo consumato finora poco più di 100 litri di gasolio dei 400 che abbiamo a bordo. Una media di 5 nodi, 120 miglia al giorno, non male, date le condizioni. Il vento è appena una brezza di 5-8 nodi, ma noi scivoliamo verso nord, sulla nostra rotta, a 3-5 di velocità. Meno male che da quando siamo partiti abbiamo avuto sempre una robusta corrente a favore!

domenica 17 maggio 2015

Mai avuta una foca in cabina, che si fa per invitarla ad uscire?

Come si comunica con un pinnipede? Insomma, si può riuscire a farsi capire da un animale per noi non comune come una foca?.. Beh, il problema da queste parti, cioè alle Galapagos, esiste, eccome! In qualche modo siamo abituati, ce la caviamo, a farci capire da un gatto, un cane, un cavallo, anche da un coniglio domestico, perfino c'è chi condivide segni ed emozioni con un canarino, con un pappagallo, ma con una foca? Come si fa? Nessuno ce l'ha mai detto.. A se questa foca pensa che la plancetta della tua barca è perfetta per i suoi sonnellini e anche per i suoi bisognini? Come faremo a farle capire che quella è casa tua? Il problema è già serio così, dato che questi simpatici mammiferi una volta sistematisi lì sopra non sono mica tanto d'accordo a sloggiare, e se ci riesci tornano un minuto dopo che te ne sei andato. Ma diventa ancora più serio quando vengono in pozzetto e scelgono di sistemarsi sui tuoi cuscini bianchi. Ed è una cosa terribilmente seria se, come è capitato a noi, cerchi di farla tornare a mare ma sbaglia strada e scende sottocoperta, e comincia a girare le cabine, e sale a provare le cuccette.. Allora, come avreste provato, voi, a farvi capire in una simile circostanza? A suoni? A parole? A gesti? Beh, la nostra graziosa amica, dopo aver girato un pò tra le nostre cose, praticamente insensibile alle nostre esortazioni (le minacce erano decisamente fuori luogo, il potere era tutto nelle sue... pinne, impossibile fermarla, prenderla, neanche toccarla...), salita sulla cucina, allungava il collo verso l'uscita, finalmente, guardava, intuiva evidentemente che quella doveva essere l'unica strada giusta, ma non si decideva, e noi a pregarla, supplicarla, in italiano, inglese, spagnolo, indicando quella solo uscita possibile, battendo sui gradini con il dito, speranzosi che infine in qualche modo capisse... Beh, evidentemente la nostra era abbastanza intelligente, per nostra fortuna, dopo un pò è scesa dai lavelli, poi ha fatto i cinque gradini della scaletta ed infine, con grande nostro indicibile sollievo, è uscita senza neanche salutare e si è buttata in acqua in uno dei suoi tuffi silenziosi e senza uno spruzzo. Sospiro di sollievo. Conclusione: non abbiamo capito nulla del loro linguaggio, ma abbiamo imparato che sono animali pigri sì, ma non certo stupidi, e che soprattutto avremmo fatto meglio da quel momento a chiudere la barca quando scendevamo a terra, e a non fidarci del senso di territorio che tutti gli animali di solito hanno...

venerdì 15 maggio 2015

In Viaggio tra vulcani e fattorie alla scoperta dell' Ecuador

Un Paese grande un pò meno dell'Italia, con 15 milioni di abitanti e una grande voglia di sviluppo e di benessere che nel turismo sopratutto naturalistico e della conservazione vuole il posto che merita, potendo vantare una varietà e diversità ambientale unica al mondo, spaziando in poche centinaia di Km dalla foresta pluviale costiera alla foresta nublata delle prime pendici alla Sierra Andina, con una serie impressionante di vulcani da 6000m, alle infinite piane amazzoniche. Diversità attestata anche a livello scientifico dal numero delle specie di uccelli presenti: 1.600 circa delle 10.000 esistenti, il doppio del Costarica. Turismo da poco orientato ufficialmente nella direzione della ecosostenibilità avendo adottando i criteri dell'autorevole "The International Ecotourism Society" a livello nazionale. Questo è l'Equador di oggi, nuove strade e aeroporti, buone comunicazioni, gente cordiale e corretta, grande coscienza ambientale in virtù dei tanti pionieri anche occidentali, ma non solo, che già da anni operano nel settore ecoturistico e naturalistico. In occasione della Ecotourism and Sustainable Tourism Conference tenutasi di recente a Quito ne abbiamo conosciuti alcuni tra i più entusiasti e motivati e ne abbiamo visitato le strutture, trovandole magnificamente ubicate, ben realizzate ed organizzate, perfette per il turista naturalista più esigente, amante del birdwatching o della fotografia naturalista, del trekking o del mountain bike, dell'horseback riding o dell'alpinismo. Ma prima ci siamo goduti una visita ai monumenti di Quito, sopratutto splendide chiese e monasteri coloniali del '500 e '600. E poi ci siamo immersi nel mercato indio di Otavalo, due ore di auto più a nord della Capitale, lungo la famosa Carretera Panamericana, che offre una varietà pressoché infinita di tappeti, tessuti, cappelli, gioielli, dipinti, e chi più ne ha.. Il nostro giro naturalistico dell'Equador comincia alle porte di Quito, a pochi minuti dal nuovo aeroporto internazionale, al Puembo Birding Garden, un B&B a semplice ma di stile frequentato da colibrì e uccelli che popolano la valle tra le due cordigliere principali. Il Neblina Forest, un'organizzazione con oltre 20 anni di attività che propone wildlife, photo Safari e birding tours sempre per piccoli gruppi non solo in Equador (Sierra, Amazzonia e Galapagos), ma anche in Perù, Paraguay, Bolivia, Colombia, Guatemala e Brasile, ha qui la base di partenza ottimale per le vacanze naturalistiche che propone nei parchi e riserve del Paese, potendo vantare uno staff qualificato di guide naturalistiche certificate e molto preparate. Sono bastate due ore a Xavier, il fondatore del Neblina Forest con la moglie Mercedes, equadoriani entrambi, per farci assaporare la bellezza quasi selvaggia dei "rios" che percorrono la città, oggi parchi per gitanti e famiglie, e quante specie di flora e fauna vi esistono. Il costo di un tour di 7gg è di circa 1000$ a persona, doppia occupazione in ecolodges di medio-alta categoria, incluso tutti i pasti ed i trasferimenti (tranne quelli aerei). Ci siamo spostati poi due ore d'auto a nord ovest della Capitale, preferendo la vecchia carrozzabile alta sulla Sierra alla ottima strada di recente costruzione. Boschi, fiumi, fattorie e villaggi nei fondovalle e vulcani immensi all'orizzonte. Fino al Bellavista Cloud Forest Reserve lodge di grande fascino, costruito 20 anni fa da Richard, inglese impegnato da anni nella conservazione e protezione della Sierra ecuadoriana. A 1200m di quota, tutto in legno e materiali locali, si trova al centro di una proprietà di 700ha di foresta nebulosa e offre oltre 10km di sentieri perfettamente integrati e manutenuti. 8 stanze doppie con bagno a 115$ al giorno/pp in mezza pensione e altre stanze per gruppi con bagni in comune a 65$/pp m/pensione, per una capacità totale di 55 posti-letto. Con l'aiuto dei suoi naturalisti, Richard ha censito decine e decine di specie di uccelli avvistabili in zona, ma le guide conoscono bene anche flora, fauna ed insetti della foresta e le loro caratteristiche specifiche, e vengono proposti anche tours in altre zone e parchi nazionali. Dopo un'ottimo pranzo in stile locale, in meno di un'ora siamo alla Casa Divina Lodge, struttura moderna, quasi lussuosa, con solo 7 stanze doppie in 3 cottages, nel bosco più fitto alle porte di Mindo, prima destinazione turistica nella foresta nublata dell'Equador in termini di tempo e di importanza, a 1000m di quota. Efreim, ecuadoriano, e Molly, americana, l'hanno costruito a coronamento di anni di impegno nello sviluppo ecosostenibile del territorio, e di collaborazione alla popolazione locale. Il costo delle stanze è di 230$/gg in mezza pensione, con una cucina particolarmente curata. Con una varietà di attività possibili nei dintorni e in escursioni più impegnative, è raccomandato per amanti della Natura che gradiscono un servizio di alto livello a costi di concorrenza. Il giorno dopo infine abbiamo raggiunto, due ore a sud di Quito, il Tierra del Volcan, stupenda fattoria riconvertita più che centenaria a 3800m di quota, ai piedi del cono innevato, perfetto, del vulcano Cotopaxi che sfiora i 6000m. Anche qui grande attenzione per l'ambiente e per il turista, ma anche per le tradizioni locali sia nei materiali usati e nello stile degli ambienti, che per i servizi ed i cibi offerti. La fattoria possiede circa 1000ha di pascolo d'alta quota con 30km di sentieri per trekking, bici e cavalli, e confina col Parco avendo ceduto all'Ente altri 9000ha della proprietà originaria. Un'emozione particolare cavalcare a 4000m alla vista del vulcano, per poi rilassarsi davanti il camino con un bicchiere di "canelazo" caldo in mano (specie di ponch analcolico alla frutta e cannella). Jorge e Maria, equadoriani, due splendide bambine, l'hanno ampliata e ristrutturata perfettamente, ricavandone 22 stanze doppie e familiari, tutte con bagno, per 52 posti letto, e lo gestiscono con grande simpatia ed efficienza. Organizzano ogni tipo di escursione e spedizione anche alpinistica in tutta la regione, potendo offrire anche un rifugio, "Tambo" in termini Inca, proprio alla base del grande vulcano. A questo punto, 'provati' da tanta bellezza, il giorno dopo prendiamo un volo per le Galapagos, e veleggiamo a Isabela, la più remota, grande e selvaggia delle isole dell'arcipelago. Già, perché fino a ben poco tempo fa era questa quasi l'unica destinazione naturalistica nota dell'Equador. Dopo un salutare bagno in compagnia di foche e pinguini che ci guizzano intorno in grande confidenza e direi amicizia, visitiamo due strutture che ci sembrano di interesse, entrambe a un passo dalla spiaggia. La prima è la migliore dell'isola, l'lguana Crossing, un Boutique Hotel moderno, con piscina e jacuzzi, che offre 15 camere molto belle e anche suites e ristorante di classe a 250$/g con colazione. La seconda, La Casa de Marita, è più tradizionale, immersa in un bel giardino tropicale. Costruita da un italiano che vive qui da più di vent'anni, offre 13 grandi stanze a 150$/g con prima colazione, una metà vista mare, ed un ristorante con influenze italiane. A questo punto la nostra esplorazione non certo esaustiva dell'Equador, si conclude nel migliore dei modi, davanti un 'chevice' di pesce fresco ed una birra fredda servita in uno dei tanti ristorantini locali di questo tranquillo paesino di forse 1100 abitanti. Pensare che appena 15 anni fa ne aveva forse un quarto, niente elettricità, nè telefoni, e ci volevano 9 ore di barca per arrivarci da Santa Cruz!