lunedì 24 dicembre 2018

Galapagos, la realtà

Il titolo sembra quello di un'inchiesta, ma in realtà vorrebbe essere solo un tentativo di uscire dall'immaginario  e descrivere un po' le cose come stanno, in questo arcipelago del tutto speciale. Sì, perché di una terra speciale si tratta, ma quale non lo è in fondo? Non è proprio questo il bello del viaggio, della natura, della scoperta? Il bello della diversità. 

Qui, mettendo un momento da parte gli stupendi documentari naturalistici e le crociere che offrono qui, che fanno rivedere dal vivo  le scene e le emozioni dei documentari (a caro prezzo), avendo tempo a disposizione, noi siamo andati finora alla scoperta di due delle isole maggiori, San Cristobal e adesso Santa Cruz, in relax, con il "fai da te" ascoltando e confrontando le esperienze di altri viaggiatori. 

Intanto occorre considerare che il clima è quasi arido, cactus, opuntias e arbusti bassi a tappeto, su un suolo vulcanico difficile da percorrere anche a piedi. Solo poche aree oltre una certa quota diventano più verdi e floride. La fauna endemica è speciale ma non ricchissima come ci si potrebbe aspettare: a terra iguane terrestri e marine, lucertole, e poco altro, poi uccelli, bellissimi quelli marini, sule, fregate, fenicotteri e altri, a mare gli onnipresenti e quasi domestici leoni marini, delle dimensioni di foche, giocherelloni ed invadenti, pensano che la barca sia di loro proprietà. A Isabela ci sono i pinguini. Tutti senza timore di essere cacciati, come si sa, ma questo vale anche per le cernie di Linosa e di Ustica, tanto per dirne una. 

A San Cristobal abbiamo percorso gli unici due sentieri possibili, sfidando il caldo torrido, e questa è stata finora la vera e più bella scoperta: spiagge deserte, scogliere a picco sui frangenti dell'oceano, animali lì tranquilli a farsi fotografare, nessun ranger che, se da una parte ti insegna tante cose curiose, dall'altra ti condiziona tempi e sapori dei luoghi. Lo stesso per le immersioni. Dimenticate i vortici di squali pinna bianca e martello, ci sono anche quelli qualche volta, ma lo stupore include anche molto altro, a cominciare dal fatto stesso di essere lì, dall'altra parte del mondo, di esserci arrivati sulla propria barca invece che in aereo, e di assaporare paesaggi diversi, per l'appunto, con i leoni marini che ti sbucano da dietro come siluri, con la risacca dell'oceano che sale sulle rocce lì vicino, con le fregate che volteggiano sopra e le sule che ti guardano con curiosità invece che con timore. 

A Santa Cruz c'è una delle più belle spiagge che abbia mai visto in vita mia ad un'ora di cammino dalla cittadina, ampia, bianca, dolce, cristallina. Niente colonie di uccelli qui, per quelli bisogna andare in gita su altre isole vicine, cosa che faremo quando verranno i nostri amici, nuovo equipaggio.

Oltre ai pinguini, sappiamo che Isabela, la più remota e meno abitata delle isole maggiori, offre una enorme caldera fumante a 1400 metri di quota, tunnels di lava con il mare dentro, (sull'Etna hanno il ghiaccio dentro e non credo che vengano in molti -per adesso- da tutto il mondo a vederli) e scopriremo cosa altro quando ci andremo.


Insomma la realtà supera l'immaginazione in quanto è realtà, appunto, e a condizione che non ci si faccia condizionare troppo dai media, dal marketing e dai miti, che magari glissano su caldo tonrrido, piogge tropicali, mosche cavalline, ecc. Per noi va bene così, vivere e scoprire poco a poco queste isole che hanno fatto la storia della protezione ambientale e dell'ecoturismo è un piacere ed un privilegio.

Nessun commento:

Posta un commento