giovedì 3 aprile 2014

Rotta su Santiago de Cuba

Salpiamo presto per le 40 miglia, sempre rotta ovest, per la cittadina di Barahona. Ancoriamo in un bel ridosso protetto nei pressi e ci vengono subito a trovare le "autorità" per i documenti ed il permesso di navigazione fino alla frontiera. Ogni timbro o foglio ha una tariffa, che capiamo essere in effetti parte integrante e necessaria del magro stipendio dei vari funzionari, peraltro assolutamente gentili e cordiali. Paghiamo senza troppe storie, qualche volta ottengo pure uno sconto. E siamo poi liberi di gironzolare per il mercato, in stile direi arabo, e di trovarci il nostro wifi per internet e telefono. La cittadina è vivace, colorata e allegra, compriamo un'ottima ciambella, della frutta fresca, al tramonto siamo già in barca a cucinare un bel barracuda pescato a traina la mattina. 22 marzo Partenza sul presto per l'Isla Beata, 50 miglia verso sud, prima motore poi ottima vela al gran lasco. Il pomeriggio nel ridosso di fronte all'unico "pueblito" dell'isola ha un sapore del tutto particolare e lo descrivo a parte.. Lungo il tragitto però scoppia la crisi di Niki: vuole scendere a Santiago di Cuba. È stato a bordo quasi 3 mesi, alla fine saranno quasi 1800 miglia di stretta convivenza e di fatiche. Ci vuole una grande pazienza e capacità di adattamento reciproco, per resistere così tanto. Mi dispiace parecchio, mi è stato di grande aiuto e mi fa piacere sentire lui stesso dire che sono stato un buon istruttore, ma tutto può avere un termine in qualunque momento, in barca, e da sempre se ne raccontano di storie di tutti i colori, su questo tema della convivenza a bordo.. 23 marzo Ci spostiamo 20 miglia più a nord alla Baja de Las Aquilas, un approdo stupendo, deserto, tra due spiagge e un basso capo roccioso, ci sarebbe da starci almeno 2-3 giorni, nella pace più totale.. Ce lo possiamo però godere solo una mezza giornata e approfittiamo invece del vento favorevole per fare le 120 miglia in notturna per L'ile à Vache, unico approdo consigliato anzi raccomandato nella altrimenti desolata e triste, ci dicono, e forse anche pericolosa, Haiti. 24 marzo Tutto vero, L'Ile à Vache offre una baia perfetta, nessuna formalità da fare anche se qui è già un altro Paese, case sparse lungo la spiaggia, poverelle ma tranquille, gente gentile, bambini assolutamente stupendi e un ambiente rurale, non solo marino, nel quale ci si trova immersi anche stando a bordo, tra voci, musica, galli che cantano, capre belanti, ma anche tante barche locali a vela latina che scivolano attorno, aragoste offerte a poco prezzo, e tanta umanità povera ma dignitosa. 25 marzo Restiamo ancora un giorno per aspettare un meteo più favorevole, piuttosto che affrontare le 190 miglia che ci restano per Santiago de Cuba con un meteo senza vento. Ne approfittiamo per una lunga passeggiata in campagna, gente che lavora la terra o costruisce barche o intreccia nasse o costruisce un'altra casetta. Molte attività si svolgono sotto alberi enormi, il barbiere, o la cucina di strada o l'artigiano o il piccolissimo commercio, tante piccole botteghe all'aria aperta. Respiriamo questa atmosfera semplice e tranquilla, parliamo con la gente, chiediamo di fotografarli per poi mostrar loro le foto, giochiamo un pò con i tanti bimbi, una mezza giornata di cultura locale. Poi cerchiamo un collegamento internet: con grande sorpresa, e per la prima volta in assoluto, ce lo portano a bordo, nella forma di una chiavetta, a 3$ l'ora! Ne approfittiamo tutti, potrebbe essere l'ultimo collegamento facile prima di Cuba.. 26 marzo Partiamo da Ile à Vache alle 8:30 del mattino, a motore, calcolando un minimo di 24 ore per percorrere le 190 miglia da navigare, sapendo che poi che la notte, nel Windward Channel, tra Haiti e Cuba c'è una previsione di un benevolo 20 nodi al traverso. Prima di arrivarci riusciamo a dare anche gennaker per qualche ora di vento da sud, ma al calare della sera il vento gira come previsto a nord est e rinforza, parecchio di più, fino a 25-30 nodi. Diamo due mani di terzaroli e poi rolliamo anche un pò di fiocco, che già non è il Genoa ma è l'olimpico, e cominciamo i turni, nel frullatore dei 2-3 metri di onda al traverso. È un pò dura, ma avevamo una ottima pasta già pronta da mangiare la sera e tutto sommato si riesce anche a dormire abbastanza, malgrado gli 8 nodi di velocità media e i conseguenti scossoni continui.. 27 marzo CUBA!!! Arriviamo a Santiago alle 10:30 ad una media complessiva di oltre 7 nodi, e con un bel branco di delfini che ci dà il benvenuto: non era capitato molto spesso di incontrarli, in questi mari. Un ottimo ormeggio riposante al pontile turistico della baia perfettamente ridossata di Santiago, e una mezza giornata passa tra la visita della dogana, quella del dottore e quella della polizia di frontiera, mentre Niki conferma la sua decisione di terminare qui la sua navigazione e prende la sua strada, non senza qualche nervosismo e qualche polemica, direi inevitabili in questi casi.. Rimane invece a bordo Hania, la velista polacca incontrata e imbarcata a Tortola, un aiuto valido e del tutto provvidenziale, vista la defezione di Niki, avendo lei molta esperienza di vita di bordo e di navigazione. Mi aiuterà fino a Cienfuegos, oltre 300 miglia più a ovest. In serata primo giro di Santiago con amici svedesi di una bella barca ormeggiata accanto alla nostra, delle solo 4 o 5 presenti nel marina. Buona impressione della città, allegria in ottima compagnia e storie di mare da raccontarci l'un l'altro, come al solito.. 28 marzo Di buon ora comincia la nostra esplorazione della città, tanti palazzi coloniali nel centro storico, alcuni restaurati, molti cadenti, grandi boulevards (senza auto) e grandi spazi nella parte nuova, strade piene di gente carina, allegra e sorridente, per lo più incurante dei non troppi turisti in giro, come noi alla scoperta del sistema cubano, due economie parallele come nei Paesi dell'Europa Orientale fino alla caduta del Muro: una locale per i cubani, con il Peso come "Moneda National" da spendere al mercato, nei baracchini di cibo locale, nei negozi, quasi vuoti, dello Stato; ed una per i turisti, con il CUC o "Convertible" che vale un dollaro USA o 25 volte di più del Peso, da spendere nei carissimi negozi con merce di importazione, nei taxi, nei ristoranti e negli alberghi. Cominciamo a riconoscere le varie banconote, simili tra loro giusto per aiutare gli stranieri, i diversi esercizi commerciali e di servizio. Nel frattempo ci guardiamo intorno, facciamo foto, sentiamo musica, ci intrufoliamo dappertutto, incontriamo gente la più varia. Un divertimento assoluto. A sera siamo sfiniti, Hania ed io, ma soddisfatti: lei rivive ogni momento il suo passato, fino a 25 anni fa, di economia comunista assolutamente simile a questa di Cuba, con la merce scarsa e razionatam io apprendo, ascolto, faccio domande, considero e rifletto sul passato e sul futuro nostro e di questo Paese che oggi ci ospita con grande simpatia, semplicità e dignità. Certo non povero, ma con tanta strada da percorrere e tanto sviluppo da realizzare. Nel bene e nel male del nostro modello di progresso, innegabile, ma tutto da discutere e certo da rivedere e da correggere sotto molti aspetti. 29 marzo Concordiamo con taxi una visita fuori città, alla "Gran Piedra" una vicina montagna, 1200 m e più, nella riserva di Baconao, Sierra Maestra. Un bel giro nella campagna, camion fumosi che portano lavoratori nei campi, galline e vacche e quasi niente auto, monumenti ai caduti della Rivoluzione, cominciata qui più di 50 anni fa, case semplici ma pulite e dignitose. Bella la montagna e la veduta fino alla costa, i fiori, i profumi. Poi di nuovo in città, a camminare chilometri, curiosare, sentire l'aria, i suoni, gli odori di Santiago e di Cuba. La sera, riempita la cambusa ed i serbatoi in vista dell'incertezza degli approvvigionamenti sulla lunga rotta per Cienfuegos, esplichiamo le formalità di polizia, che qui consistono nel dichiarare via via le destinazione successiva, e ci prepariamo ad una partenza all'alba. 30 marzo Abbiamo 80 miglia di costa quasi lineare e senza ripari da navigare fino alla baia di Marea del Portillo, poco vento e motore senza rimedio. Arriviamo però con la luce, che è un fattore di grande sicurezza universalmente praticato da queste parti. Un bel barracuda ci assicura le cena di oggi e di domani. La baia è di una pace assoluta, il bagno serale rilassante e caldo, il senso di appagamento e benessere assoluto, il sonno precoce e profondo.. 31 marzo Dopo la visita di controllo a bordo da parte della polizia, con tanto di cane antidroga perfettamente addestrato, scendiamo per vedere dove siamo capitati: un paesino di campagna di case sparse, un forno, un negozio con la solita poca merce delle razioni di stato, una "caffetteria" con succo di frutta da 1 Peso (4 eurocentesimi) caffè da 0,20 Pesos (diciamo 1 eurocent), panini con spiedini di carne da 2 Pesos ma ben poco altro da offrire. Sulla carretera, diremmo noi la Statale, niente macchine, qualche bici, qualche cavallo, qualche camion con funzioni di autobus, e pochi pullman veri. Ci incamminiamo sotto il sole già caldo verso la "prensa" cioè un lago artificiale poco a monte che deriva acqua per la vicina cittadina di Pilon. Sulla strada curiosiamo nei campi, nelle casette, parliamo con la gente, fotografiamo bimbi e situazioni. La "prensa" è grandetta, con solo montagne e boschi un pò aridi tutto attorno: siamo nella stagione asciutta e, a parte qualche temporale che rinfresca l'aria e disseta un pò i campi, il caldo è notevole, appena mitigato dalla brezza costante. Ci rinfranchiamo facendo un bagno stupendo e rinfrescante in un laghetto che raccoglie le acque di drenaggio, pulitissime e trasparenti, prima di tornare tra altri campi e altre casette. Come a Santiago, anche qui la situazione economica è ai minimi termini, il personale statale tantissimo e tipicamente con poco lavoro e poca voglia (stipendio medio 15-20 CUC al mese), le abitazioni che abbiamo visitato semplicissime, quasi senza mobili, solo scaffali e armadi a muro con tendine davanti, spesso solo un battuto di cemento come pavimento, il tetto per lo più in lamiera ondulata, eppure sono forse già meglio di molte delle baracche che abbiamo visto in quasi tutte le altre isole che abbiamo visitato, magari anche solo perché Cuba è tanto più grande delle altre e c'è molto spazio per giardini e campi coltivati. E poi da tre anni, da quando Raul Castro ha permesso a chiunque di aprire un ristorante o un'attività (non sappiamo ancora i dettagli) e di comprare e vendere case ed auto, c'è aria nuova, la gente è contenta di queste nuove libertà, spera in altri spazi. Per pranzo ci concediamo l'unico ristorante del paese, tavole con tovaglia bianca, pollo e pesce fritto con insalata e platani (banane da cucinare) fritti, assolutamente dignitosi, conto per due in CUC: 6,40, circa

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