mercoledì 13 febbraio 2019

Ritorno in barca




Arrivo a Marina Chiapas, vicino la cittadina di Tapachula, che è notte, e la trovo lì placidamente ormeggiata alla banchina del marina, immersa nel silenzio, bella, pulita, mi sembra così grande, mentre la percorro di fianco studiandone ogni dettaglio. Il cantiere sembra aver fatto proprio un buon lavoro a farmela trovare pulita e già alla banchina.

È l'inizio della quarta stagione di Bulbo Matto ai Caraibi, adesso in Messico. E ogni volta che ritorno è uguale, per l'emozione e le aspettative, ed ogni volta è diverso, per il luogo, l'equipaggio, il programma, le difficoltà che mi aspettano. Quest'anno sento ancora di più il distacco, da Laura e dal mio consueto mondo cittadino. Non più cinema, concerti, aperitivi o cene con amici, più o meno con gli stessi problemi (lavoro, figli, stress, politica, ecc). Ma so già che mi passerà, non appena mi riaggiusto alla vita libera del navigatore.

Adesso ho accanto una coppia canadese che mi raccomanda con entusiasmo l'Alaska da cui provengono. Dall'altro lato altre due barche che sono proprio su quella rotta. Peccato che il vento sia costantemente contrario, e che per arrivare a quelle terre del nord ė meglio mettere la prua a ovest, arrivare quasi fino alle Hawaii e poi virare verso nord per un totale di più o meno 4000 miglia!!

Ma qui è bello ritrovare l'aria dei tropici, calda ma confortevole, i rumori della costa, uccelli che si chiamano, pesci che saltano, rane e cicale, e la mia barca con cui riconnettersi, gli spazi, i ripostigli, gli strumenti, i piccoli scrichiolii. Basta TV, traffico, fumo, frastuono, politica, guerra! Intanto arriva anche l'equipaggio per il primo mese, come l’anno scorso trovato tramite i siti web specializzati a far incontrare skipper e barche con marinai: Joe, ragazzone americano che fa il carpentiere in Colorado, e Tatt, maturo architetto di Singapore.

Un cambio di 180° due volte l'anno, da cittadino e navigatore. Mica facile, ma rigenerante!

Solo due giorni fa il traffico di Mexico City, una infinita distesa di auto e camion, case botteghe e centri commerciali, inquinamento di ogni tipo da deprimere qualsiasi ambientalista e sfidare ogni buon senso. Oggi il problema è invece quello di intercettare i tecnici per far loro terminare i lavori che restano da fare (autoclave, elettronica, bombola gas diversa dallo standard di bordo, ecc) e poi partire per mari più balneari, per le balene del mare di Cortes, 1400 miglia più a nord. Speriamo di mollare in 3-4 giorni...

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